Tra Londra e Lagos, un ponte - Singola | Storie di scenari e orizzonti
Giles Omezi (a destra) insieme al suo socio Tochukwu Ikeyina, fondatori di Laterite
Giles Omezi (a destra) insieme al suo socio Tochukwu Ikeyina, fondatori di Laterite | Copyright: Laterite

Tra Londra e Lagos, un ponte

Uno studio di architettura afro-europeo e le sfide di una metropoli cosmopolita e problematica: le tante facce di Lagos viste da un professionista.

Giles Omezi (a destra) insieme al suo socio Tochukwu Ikeyina, fondatori di Laterite | Copyright: Laterite
Intervista a Giles Omezi
di Redazione Singola
Giles Omezi

è un architetto nigeriano. Ha lavorato per vari importanti studi londinesi. Ha insegnato e tenuto conferenze in diverse scuole di architettura in Europa e negli Stati Uniti, tra cui l'ETH di Zurigo (Svizzera), la TU di Delft (Paesi Bassi), l'Università di Columbia NY (USA) e l'Università di East London (UK). Vive tra Lagos e Londra.

L'intervista che segue è parte di una duplice "finestra" su Lagos, metropoli africana al centro di drammatiche trasformazioni. 24 milioni di abitanti (a cui se ne aggiungono mezzo milione l'anno), una popolazione multietnica e dalle fasce economiche irregolarmente distribuite, un rapporto difficilissimo con l'oceano e il territorio (la città si ritrova periodicamente sott'acqua).

Lagos è il polo d'affari principale dell'Africa Occidentale e si pregia d'avere tra i più importanti centri bancari, mercantili e portuali di tutto il continente. La città è anche sede dei quartier generali di numerose multinazionali, molte delle quali coinvolte nel business estrattivo del Delta del Niger. Questo ha fatto sí che sia anche aumentata l'offerta di qualitá per il ceto ricco e per gli expat.

L'altro volto della città è l'universo dei quartieri a ridosso del centro, a mano a mano più invivibili spingendosi verso le periferie. La maggior parte di questi quartieri non dispone dei servizi di base, mentre un numero sempre crescente di bidonville si aggiunge all'agglomerato. 

Lagos è tutto questo, una megalopoli che ricapitola l'intera galassia nigeriana, fatta di nuove fortune, creatività, corruzione e contrasto tra lusso e disperazione. Ne parliamo con Giles Omezi, architetto, urbanista e professore.

Singola - Cominciamo con una domanda un po’ sentimentale. Che emozioni provi ogni giorno vivendo a Lagos? Ci potresti raccontare che rapporto hai con la tua città d’origine?

Giles Omezi - Lagos è una città africana molto cosmopolita, per quanto dura possa essere, è un luogo di opportunità vibrante ed energico. Questo è ciò che attrae altri nigeriani in città. Attualmente vivo e gestisco il nostro studio a Lagos, anche se la maggior parte del nostro lavoro si svolge a Benin City, Lagos è un buon posto per i servizi professionali. È molto ben collegata dai servizi di trasporto e ha un’ampia potenzialità di mercato per quello che facciamo qui.


SNG - Hai sviluppato parte delle tue competenze professionali all'estero, a Londra e in diversi paesi europei. C'è però qualche peculiarità nella tua formazione, o nella tua percezione, in virtù dell’essere nigeriano?

GO - Non ne sono sicuro, perché in realtà sono anglo-nigeriano, essendo nato in Gran Bretagna, e di origine nigeriana e giamaicana. Abbiamo abitato in entrambi i posti – in Africa e in Occidente, e per questo siamo stati in grado di guardare dentro da 'fuori' e allo stesso tempo di immergerci nei contesti specifici in cui stiamo lavorando. La mia sensibilità per il lavoro in Africa è arricchita dalle capacità tecniche sviluppate lavorando in Gran Bretagna e in Europa e le portiamo in tutti i nostri progetti. Abbiamo scelto di lavorare su progetti che hanno un più ampio impatto socio-economico nello spazio africano. Pertanto, il nostro mix di progetti tende verso sfide insolite che ci pongono a diretto contatto con un’ampia fetta di popolazione, con la quale siamo sempre entusiasti di impegnarci.

 

SNG - Hai lavorato come urbanista e architetto tra l'Europa e la Nigeria. C'è qualcosa che un contesto può imparare dall'altro quando si parla di urbanizzazione?

GO - Beh, un pericolo di cui si è profondamente consapevoli è la mentalità "copia e incolla", che è un approccio ripugnante all'urbanistica africana. L'urbanistica europea parla a una società diversa, con antecedenti storici in gran parte diversi rispetto a quelli africani. Quindi, anche se possiamo imparare avvicinandoci all'urbanistica europea, dobbiamo essere attenti a selezionare ciò che è utile alla città africana. Le problematiche africane sono spesso più scoraggianti, poiché i mezzi per risolverli non esistono sulla stessa scala che in Europa. Con questo mi riferisco soprattutto al capitale e alla capacità di affrontare le tipiche sfide urbane come i trasporti, l'edilizia abitativa, l'istruzione, la sanità, che sono tutti fondamentali per garantire la dignità dei cittadini africani. Potenzialmente, questi vincoli possono dar vita ad approcci più efficienti, ma la sfida ricorrente è sviluppare soluzioni per far fronte alla crescita della popolazione e alla pressione esercitata sullo spazio urbano.

 

SNG - Quali sono oggi le cose più importanti che accadono a Lagos, o le tendenze, che si possono individuare a livello urbanistico?

GO - La tendenza dominante, a mio avviso, è il rapido sviluppo urbano. La città si estende su ogni centimetro di terreno dello stato federale del Lagos, con una domanda che costringe a una bonifica mal regolata che spesso decima le fragili zone umide e il delicato sistema idrologico. Le carenze delle infrastrutture urbane, in particolare dei trasporti, si traducono in una scarsa vivibilità della città che, in ultima analisi, si ripercuote sulla produttività economica dei cittadini e delle imprese.

I quartieri si trasformano dal livello stradale, con una rapida commercializzazione dello spazio che trasforma, ad esempio, i quartieri prettamente residenziali nell'arco di pochi decenni. Da allora i benestanti si sono ritirati in quartieri recintati e complessi edilizi, come risposta a decenni di scarsa sicurezza. Anche in questo caso, l'entità degli investimenti necessari per tenere il passo con la crescita demografica non esiste, nonostante l'aumento del gettito fiscale generato dallo stato del Lagos rispetto al resto della Nigeria. La spesa pro-capite è ancora scarsa, a differenza di altre grandi città.


SNG - È noto che più di mezzo milione di persone, per lo più appartenenti alla classe operaia, si trasferiscono a Lagos ogni anno per trovare una vita migliore o semplicemente maggiori opportunità. Si tratta di un lavoro enorme per urbanisti e architetti, ma anche del rischio tremendo della nascita di nuove baraccopoli e di essere tagliati fuori dal controllo. Vedi qualche tipo di sinergia tra gli urbanisti e l'amministrazione comunale? Qual è la tua opinione al riguardo?

GO - Lo Stato tende a guidare la crescita, in quanto regola e assegna terreni per lo sviluppo. Per gli urbanisti e gli architetti che lavorano per gli sviluppatori commerciali, il loro istinto è spinto verso le esigenze più capitalistiche dei loro clienti. C'è un disperato bisogno di un approccio proporzionato allo sviluppo, in cui le esigenze dei cittadini più vulnerabili siano in qualche modo soddisfatte dallo stato, ma come detto in precedenza, mancano i mezzi: lo stato nigeriano, pur essendo strutturato come un sistema ibrido sia assistenzialista che estremamente capitalista, non ha la liquidità e l'economia non produce abbastanza per ottenere dalle tasse quanto richiesto da un sistema statale modernista.


SNG - Puoi introdurre i nostri lettori a uno o più progetti a cui sei particolarmente legato?

GO - Dei nostri pochi progetti costruiti, mi piacciono molto i nuovi edifici che abbiamo progettato per il Government Science and Technical College di Benin City, perché mettiamo in pratica molte idee sulla sostenibilità e attingiamo dalle tradizioni del Modernismo Tropicale.

Abbiamo riprogettato un grande college su un terreno di 36 ettari, introducendo una serie di nuovi edifici e rimodellando nove pre-fabbricati in acciaio molto particolari. I blocchi recentemente completati, che contengono principalmente aule, sono attualmente in uso, mentre la ristrutturazione del resto del sito è in corso.

 

SNG - Vuoi rivelarci uno dei vostri progetti futuri?

GO - A dirla tutta, il mio progetto preferito in lavorazione è quello che si trova fuori da Benin City. Si tratta di un college di agricoltura in una località rurale. Ci è stato chiesto di fare un piano per un sito di 232 ettari e di progettare gli edifici principali di facoltà, amministrativi e residenziali.
In ogni edificio, il nostro approccio prende spunto dal tradizionale cortile beninese, creando dei quadrilateri per promuovere l'incontro sociale. Abbiamo preservato i palmeti maturi del sito inserendo gli edifici in radure collegate da sentieri ombreggiati. L'approccio è delicato e fa riferimento a materiali tradizionali come i blocchi di laterite.

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Africa - 2020
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Giles Omezi

è un architetto nigeriano. Ha lavorato per vari importanti studi londinesi. Ha insegnato e tenuto conferenze in diverse scuole di architettura in Europa e negli Stati Uniti, tra cui l'ETH di Zurigo (Svizzera), la TU di Delft (Paesi Bassi), l'Università di Columbia NY (USA) e l'Università di East London (UK). Vive tra Lagos e Londra.

Redazione Singola

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Pubblicato:
23-11-2020
Ultima modifica:
22-11-2020
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