Quattordici ritratti e scenari poetico-architettonici di una città globale, Santiago del Cile.
L'autore di questo scritto è un architetto che ha fatto, per formazione universitaria e di vita, una profonda relazione del pensare l’architettura con la poesia. Soprattutto quella di Amereida, Eneide sudamericana (1).
Il continente "America" (2) è stato un regalo per l’Europa: si cercava l’Oriente e nel mezzo del cammino apparve l'America. Colombo non seppe mai di essere arrivato in una terra sconosciuta.
Il progetto coloniale spagnolo prevedeva di collocare nel continente sudamericano le città non lungo la costa, ma lievemente verso l’interno, non solo per proteggerle dalle incursioni marittime, ma perché i luoghi costieri erano considerati un pericolo per la sicurezza delle informazioni e non adeguati alla monarchia: inoltre nei porti si manifestavano “cattive abitudini” (in particolare la prostituzione), non adatte alla morale imperante. Queste città furono collegate in distanza all’Oceano attraverso porti vicini (3). Così nacquero: Santiago (Cile) e il porto di Valparaíso, Lima (Perù) e il Callao, Quito (Ecuador) e Guayaquil, Caracas (Venezuela) e La Guajira.
Buenos Aires (Argentina) è un'eccezione. Fu fondata due volte, dato che gli indigeni la attaccavano dall'interno del continente; e le città brasiliane obbedirono ad un progetto coloniale portoghese, diverso da quello spagnolo; lo stesso successe in Nord America, dove gli inglesi intrecciarono col mare lo stabilimento delle nuove città (New York. Boston). Forse questo intrecciarsi col mare fece nel tempo, di queste città, grandi poli di sviluppo.
Questo popolamento del continente soprattutto attraverso i suoi margini, fa che esso abbia un grande centro disabitato, che al tempo sorprese Gonzalo Fernandez de Oviedo, cronista spagnolo, che al vederlo per la prima volta esclamò “è un mare magnum nascosto” (grande come un mare...) vasto e inesplorato, occupato in gran parte dalla foresta amazzonica.
Santiago del Cile, una metropoli che si avvia a trasformarsi in una megalopoli, si erge a poca distanza dal bacino dell’Oceano Pacifico (1) dove si trova il porto di Valparaíso (2). Oggi il suo "vicinato" è composto dalle città della Nuova Zelanda, dell’Australia, della Nuova Guinea, dell’Indonesia, di Singapore, della Malesia, del Brunei, del Vietnam, delle Filippine, della Tailandia, di Hong Kong, di Taiwan, della Corea, del Giappone, della Cina, della Russia. Ad esse si aggiungono altre città del Canada, degli USA, del Messico, del Perù e del Cile, tutte affacciate sull'Oceano Pacifico, che oggi formano la APEC (3), un'associazione che stabilisce cooperazioni economiche tra gli stati membri.
La vicinanza è formata quindi intorno ad un nuovo, enorme “Mare Nostrum”. Prima lo fu il Mediterraneo, dell’Impero Romano, dopo lo fu l’Oceano Atlantico con l’emigrazione europea verso il nord e il sud America; adesso l’Oceano Pacifico, che iniziò ad essere attraversato non solo col viaggio di Magellano, 500 anni fa, e il “Galeón di Manila”, che tra il 1565 e il 1815 collegò commercialmente il Messico con le Filippine; ma che anche prima di loro (4.000 anni fa), accolse viaggi di scambi culturali che unirono le coste dell’Asia alle coste dell'America centrale (4).
Oggi nell’Oceano predominano le navi da pesca cinesi che definiscono una geopolitica di stato e garantiscono sicurezza alimentare ai suoi 1.400 milioni di abitanti (5). Ma possiamo dire che è un mare che appartiene, almeno nella parte nord, agli Stati Uniti del Nord-America (forse dallo scoppiare della prima bomba atomica in Giappone). I paesi del Sudamerica che non riescono a riunirsi, formano così gli “Stati Disuniti del Sudamerica”... (pensiero contrario al sogno di Simón Bolivar che teorizzò un'unione sudamericana). Disunione che fa sì che questi stati non riescano ad assumere una visione continentale (come lo fanno gli USA); rimanendo cosí la parte meridionale dell’Oceano Pacifico senza un rapporto “uno a uno” con il continente sudamericano (6). È quindi necessaria una nuova struttura per i paesi del Sudamerica: punto iniziale potrebbe essere la creazione di una rete di porti, oltre che di stati nazionali.
Santiago si trova tra due catene montuose (vedi illustrazione successiva), la “Cordigliera delle Ande” e la “Cordigliera della Costa”. La Cordigliera delle Ande, ai cui primi pendii arriva la città, appare da essa come un'enorme muraglia, bianca in inverno (quando lo smog permette di vederla...), simile a un'enorme onda di Hokusai (1). Appare enorme anche d’estate, come una gigantesca rocca grigiastra, sempre presente; si abita con essa, è parte dello spazio della città come l’oceano lo è per Valparaíso, orienta l’abitare e gli conferisce un senso (2).
La città occupa tutta la vallata, con 30 chilometri di larghezza e 100 chilometri di lunghezza. Si situa a circa 600 m. sul livello del mare, a 33° a sud, la stessa latitudine di Città del Capo e di Sidney (il corrispettivo nell'emisfero nord sarebbe la latitudine di Casablanca nel Marocco).
Ha una superficie di 84.000 ettari e sette milioni di abitanti, circa il 40% della popolazione del Paese.
È la settima città più abitata dell’America Latina e uno dei 50 agglomerati urbani più grandi del mondo.
Nel centro di Santiago risiede il potere amministrativo della città e del Paese, mentre verso l’oriente, cioè verso la Cordigliera delle Ande, il potere economico dei quartieri residenziali più benestanti che si arrampicano nelle prime falde della montagna. Verso le periferie del centro si trovano fabbriche, industrie ed i quartieri dei lavoratori economicamente più poveri. (Si tratta perciò di una città frammentata, mentre prima non lo era. Bisogna cercare i motivi di questa non-convivenza nel gap educativo, economico, nella violenza nei confronti dei più ricchi... Come possiamo sconfiggere le disuguaglianze che portano a questo...?)
Santiago, oggi capitale del Cile, fu nel periodo coloniale spagnolo capitale del Capitanato del Cile (perció non alle dipendenze di un viceré, come il Perú, ma di un capitano militare, perché il popolo nativo “mapuche” non accettava di essere dominato ed era continuamente in guerra) (3). Questo fatto incide nel modo di essere dei cileni e nel continuo conflitto razziale che dura fino ad oggi e che ha portato a profonde differenze tra i discendenti degli europei e i popoli nativi del sud del Paese; in mezzo a questi due gruppi svetta la maggior parte della popolazione del Paese che è meticcia. I discendenti degli europei sono i maggiori detentori del potere economico, abitano in quartieri che assomigliano ai quartieri benestanti nordamericani e oppongono la propria resistenza al cambiamento, come quello delle modifiche alla Costituzione ereditata dalla dittatura militare (4).
Fondata nel febbraio 1541 da Pedro de Valdivia, per volontà spagnola, in onore a San Giacomo (in castigliano Santiago) la città fu distrutta nel mese di settembre dello stesso anno dal capo indigeno locale Michilalongo. Capitale del “Chili”, che in lingua aymara (popoli del nord), vuol significare “dove finisce la terra”, fu un punto importante nel processo di colonizzazione spagnola, punto di partenza per le spedizioni esplorative nell’occupazione dei nuovi territori.
Valparaíso, porto a 100 km da Santiago sull’Oceano Pacifico e oltre la “Cordigliera della Costa”, è l’accesso al mare non solo della capitale, ma anche dai paesi affacciati sull’altra parte del “Cono Sud” (1) del continente sull’Oceano Atlantico: l’Argentina e il Brasile, che confluiscono ai porti del Pacifico attraverso vie “bi-oceaniche” per arrivare all’altra sponda dell’Oceano, quella della Cina, del Giappone e di altri paesi orientali emergenti con i quali questi paesi sudamericani hanno gran parte dei loro scambi commerciali.
Questo litorale è molto profondo, arrivando ai 4.000 metri di profonditá in corrispondenza della faglia di Nazca (2), che scorre lungo tutta la costiera sudamericana e nordamericana; faglia che fa sì che la piattaforma oceanica penetri sotto il continente, provocando spesso gravi terremoti e tsunami, con i quali il Cile si è abituato a convivere, anche dovendo resistere (i nuovi edifici devono soddisfare precise norme di ingegneria) (3).
Ma come dicevamo nel paragrafo precedente, è necessaria la creazione di una rete di porti latinoamericani, organizzati oltre i paesi che li ospitano, perché cooperino anziché farsi concorrenza. E non solo: l’America del sud deve trovare la sua “avventura poetica” (4) nel Pacifico che ha di fronte (vedere le note del paragrafo seguente): solo così potrà arrivare alla sua mondialità e avere luogo nel mondo contemporaneo.
Questa costa ha ospitato nel tempo un continuo “abitare di poeti” provenienti da Santiago.
Nelle dune di Ritoque, a nord di Valparaíso, Ciudad Abierta, con Goffredo Iommi e altri, Amereida (1967), poetica epica latinoamericana (1) e le Traversie nel continente sudamericano, dove si costruiscono insieme a studenti di architettura, piccole opere di apertura verso l’architettura (2).
Nelle colline di Valparaíso, Pablo Neruda, nella casa Sebastiana, compose Canto General (1950), un canto all’America Latina, e Juan Luis Martinez La nueva novela (1977), metapoesia nei bar della bohemia.
Al sud di Valparaíso, nella cala di Quintay, Ignacio Balcells scrive La Mar 2001, il suo canto oceanico; alla spiaggia di Cartagena, Vicente Huidobro, sconvolgente poeta, Las Ciudades (1918) e Altazor (1931). Nel paese di Isla Negra, Nicanor Parra, scrive Viva la Cordillera de los Andes, canto a queste enormi montagne.
Poeti che insieme ad altri intellettuali un giorno lasciarono la capitale per stabilirsi in riva all’Oceano e da lì cantare-pensare il continente.
Alberto Cruz, architetto, fondò la Scuola di Valparaíso (1953), e Città Aperta, un'esperienza architettonica nata sulle dune di Ritoque per pensare poeticamente l'America (3). In viaggi-“traversie”, insieme a poeti, pittori e scultori, osservando il continente, si propose la tesi del “Proprio Nord”, cioè che questa parte del mondo non fosse, come lo è sempre stato, dipendente dall'emisfero nord, ma avesse il suo proprio orientamento identitario, perció poeticamente si ribaltò la figura del continente, collocandolo sotto il segno della costellazione della Croce del Sud, e sviluppando la concezione poetica del “Mare Interiore” come una realtá oggettiva. “Mare” e non “Hinterland”, perché chiamarlo così è pensare dal punto di vista della conquista e del popolamento, e non come una realtà poetica (4).
La poesia anticipa o, per dirla con Rimbaud, essa precede l’azione: sará per questo che i poeti sono arrivati per primi al litorale?
Nel 2000 viene alla luce Amereida palladio come metodologia di spiegare agli architetti europei quello che Amereida ha significato (5).
Mentre a Santiago hanno sede il potere esecutivo e giudiziario, a Valparaíso ha sede il Parlamento della Nazione. Santiago ospita anche il potere economico della città e del Paese.
Con la pandemia di Corona virus, il lavoro da remoto ha permesso di abitare e lavorare dal litorale, per una destinazione in aziende con sede nella capitale, ma anche da prima, succedeva che molti lavoratori, partivano giornalmente da Valparaíso presto al mattino per andare a lavorare a Santiago tornando alla sera; un “vivere pendolare” di 200 chilometri. Un primo segno della megalopoli a venire.
Ma questo perché il Cile è notoriamente uno dei paesi più "lunghi" del mondo, con gli estremi nord e sud distanti più di 4.500 kilometri, distanza che nel emisfero nord si sviluppa dal Marocco alla Norvegia. Si potrá apprezzare così la quantità e diversità di clima e territori tra loro e, in un mondo capovolto come questo, al nord, il caldo ed il deserto di Atacama, come in Marocco, mentre al sud il freddo, con fiordi, boschi e tundre come in Norvegia (1).
Ma forse questa e future epidemie svuoteranno le città. Molti hanno lasciato Santiago per vivere in una non-città.
I primi gruppi umani, nomadi cacciatori, abitarono questo territorio nel X millennio a.c., in transito dal litorale verso la Cordigliera, portando con sé pesci e molluschi verso le valli interne. A partire dal IX secolo, i primi abitanti sedentari si organizzarono in comunità agricole nella regione e nei dintorni del fiume Mapocho, coltivando mais, patate, fagioli, e conformando quella che gli archeologi oggi chiamano “Cultura Aconcagua” (1), che diede forma ad una raffinata ceramica; vi rimasero fino all’arrivo degli spagnoli nel 1541, dove venne tracciato il centro dell'attuale città di Santiago, soppiantando il tracciato di irrigazione indigena e seguendo le “Leggi Indiane” (2) che normavano dalla Spagna i nuovi agglomerati coloniali, originati a loro volta dalla “Città Ideale” del Rinascimento. Siccome tutti i tracciati delle città coloniali e i tracciati del territorio furono eseguiti in questo modo, possiamo dire che in America latina si costruì la “città ideale” che il Rinascimento pensò per l’Europa, concezione che si incontrava nel castrum romano con la centuriazione del cardus e del decumanus.
Un tracciato a scacchi intorno ad una piazza centrale, con 8 isolati da nord a sud e 10 da est a ovest diedero forma alla città. Possiamo dunque percepire un'origine militare nello stanziamento europeo in questa terra (3).
Se visitiamo oggi la piazza fondazionale, Plaza de Armas (Piazza delle Armi), possiamo vedere in due dei suoi estremi due monumenti, uno per il conquistatore Pedro de Valdivia, segno della presenza della Spagna, e al lato opposto la scultura dedicata ai popoli indigeni.
Intorno alla piazza, gli edifici di rappresentanza: la sede del governo coloniale, alla sua destra la chiesa (la piazza come un tavolo da pranzo ben disposto, in cui il capo famiglia siede a capotavola e il suo ospite più importante alla sua destra; dopo gli altri ospiti di minore importanza, dando forma ad un convivio di potere). Edifici di architettura coloniale spagnola che, ottenuta l’indipendenza dalla Spagna, vennero sostituiti da edifici neoclassici a imitazione dell'architettura in voga in Francia, la cui rivoluzione simboleggiava uno spirito di libertà, in assonanza con lo spirito di quei paesi, in Sudamerica, che in quegli anni raggiungevano l’indipendenza. A partire da questo nucleo fondamentale la città moderna è cresciuta modellandosi su un'architettura e uno stile di vita che guardano verso gli Stati Uniti del (Nord)America, con grandi centri commerciali e torri foderate in vetro.
Dunque, è possibile affermare che la storia della conquista e la colonizzazione spagnola nel Nuovo Mondo, è la cronaca di un'impresa in cui la fondazione di nuove città era la strategia essenziale nello sforzo di "civilizzare" ed evangelizzare le popolazioni native, un passo indispensabile per assicurare un dominio stabile e duraturo della Spagna sui nuovi territori. E tutto fu predisposto affinché, nell'atto della colonizzazione, si facesse penetrare nel continente americano quella civiltà che gli spagnoli glorificavano come la più avanzata (4).
Nuove città che non solo non risultarono attrattive per i popoli nativi, ma contrarie al loro modo di vivere, segno di oppressione e di perdita di libertà, per questo continuamente date alle fiamme (ancora oggi i popoli originari si ribellano contro la presenza delle multinazionali che tagliano i boschi nativi, una volta parte integrante delle loro terre); città che contrastavano con il vivere in campagne piene di vegetazione, di alimenti, di vita tranquilla, forse anche felice... È legittimo affermare che la conquista spagnola sia stata un’invasione, come lo furono le conquiste, tout court, che vide l'Europeo invadere continuamente territori, nel mondo, per pura convenienza.
Le città, con le loro piazze a carattere giuridico e religioso, simbolo del potere coloniale furono, fino al 1600, più che città accampamenti militari.
Una conquista anteriore alla quella spagnola, è stata quella degli Inca, ma dai tratti stata assolutamente diversi da quella europea, in quanto gli Inca integravano la popolazione nativa, la accoglievano nel loro impero e la facevano parte di esso. (5)
Ad oggi è impossibile non riconoscere la presenza che ha avuto l’Europa nel continente sudamericano, o disconoscere questa eredità; il problema adesso - continuerà a lungo ad esserlo - è appunto cosa fare con questa eredità. Si è passato dalla ribellione (l’indipendenza, in modo simile ai terremoti, quasi non lasciarono tracce di architettura coloniale), all'imitazione dello stile europeo (vedi i palazzi “francesi” della repubblica nel centenario dell’indipendenza): oggi si dovrebbe poeticamente ricevere la “latinità” di Enea con la sua “pietas” cantata nell’Eneide e ritrovata in Amereida (6).
Scenario negativo - La città di Santiago si unirà al litorale, si espanderà ulteriormente verso di esso. In modo aleatorio, non ragionato, senza un progetto dietro, e senza neanche un pensiero utopico. Le megalopoli oggi crescono così.
Oggi la cittá di Santiago ha un “centro civico” che non é veramente civico. Si tratta di Piazza della Cittadinanza (una spianata di 100x100m) che ospita il palazzo di governo (1). Piazza della Cittadinanza, nome senza un senso profondo, non puó ospitare manifestazioni perché é sempre chiusa e protetta dalla polizia. Le manifestazioni di celebrazioni o di protesta hanno luogo in un'altra piazza (Piazza Italia, che i manifestanti per la Costituzione dell'ottobre del 2019 vorrebbero ribattezzare "Piazza della Dignitá”), che non può essere chiusa in quanto incrocio di importanti vie.
Dunque possiamo dire, non c’è “armonía urbanistica” tra governo e cittadinanza, assolutamente al contrario di quello che pensiamo avveniva nel agora greca nei suoi tempi di splendore
Scenario positivo - Immaginare un progetto utopico. Immaginare un territorio organizzato città-regione, verso un obiettivo, un nuovo modo di vivere in una megalopoli non convenzionale, orientato ad un vivere felice: bisognerà perciò conoscere i sogni collettivi, per poter costruire con la partecipazione di specialisti (architetti, urbanisti, geografi, ingegneri, scienziati, politici e altri), di filosofi e di poeti (che "vedono quello che i non-poeti non possono vedere...") (2) come pure di scrittori (vedi Benjamin Subercaseaux, scrittore cileno (3) che vede il territorio sotto forma di una struttura inedita, dando così origine concettuale ai disegni geografico-geometrici che accompagnano questo testo).
È così che questo paragrafo n° 8 vuole dar inizio ad una proposta di “Cunei”, geometrici - geografici nel territorio, della città-regione e del Paese. Tema che si svilupperà nei seguenti paragrafi.
Scenario negativo - Non si svilupperà una visione della città, in un futuro prossimo né lontano; nemmeno del Paese. Si continuerà a sostituire l'idea utopistica di futuro con quella dei ritorni commerciali a breve termine.
Scenario positivo - Immaginare un progetto utopico. Immaginare un centro di governo che potrebbe essere a metà distanza tra la Cordigliera delle Ande e il litorale oceanico (1), oppure tutto a Valparaíso (con i tre Poteri), dove esiste adesso il potere legislativo, cioè il Parlamento con le due Camere; oppure separato come indico più avanti. Utopicamente si potrebbero pensare tutti i poteri in questa fascia, come un cuneo territoriale tra Oceano e Cordigliera. Il legislativo accanto al mare, dove è locato oggi; a Valparaíso; il giudiziario nel piccolo paese di Curacaví, l’Esecutivo a Casablanca, entrambi paesi nati su insediamento di origine indigena. Lasciando a Santiago il centro economico del Paese, trasformando il Palazzo della Moneda in un museo della storia del Cile e dell'America Latina, dalla formazione geologica del continente alle origini indigene arrivando al giorno d’oggi, e proponendo un centro di studi di un prevedibile futuro. Le sedi degli attuali ministeri potrebbero essere riconvertite in centri di studi scientifici per lo sviluppo di un Paese e del continente che vuole ri-progettarsi (esempio: geoingegneria contro il cambiamento climatico).
Riguardo il "Cono Sud" del Sudamerica qualcosa a riguardo è cominciato (insieme all'Argentina, il Cile ha creato undici parchi nazionali con una superficie simile a tutta la Svizzera) mentre il Brasile fa passi indietro con la depredazione commerciale della selva amazzonica. Bisognerebbe ripensare se i paesi siano veramente propietari dei loro beni naturali, oppure essere come l'Antartide dove, sebbene alcuni paesi abbiano stabilito alcune basi di studio scientifico, appartiene a tutto il mondo (“Antarctic Treat” 1959). (2)
Immaginare questa proposta utopica come un cuneo territoriale, un tentativo per avviarsi verso una “megalopoli felicemente abitabile...”, e liberare Santiago da un eccesso di potere e da una concezione metropolitana centralizzata, in direzione quindi di una città-regione replicabile secondo i casi nel resto del Paese.
Un centro economico (A) aperto a inserirsi nella Cordigliera delle Ande (processo oggi precario: avanzano solo le stazioni sciistiche).
Un centro legislativo (B) aperto a inserirsi nell’Oceano Pacifico (come è il processo, anch'esso precario, del porto di Valparaíso).
Un centro esecutivo (C) aperto alla valle di Casablanca (ma in sintonia / sinergia con la produzione vinicola).
Un centro giudiziario (D) aperto alla valle di Curacaví (ma in sintonia / sinergia con la produzione agricola).
Architetture sperimentali locali, in materiali “poveri”, immerse nel verde di parchi, e modellate per prendersi cura dell’rapporto con la natura e per proteggerla come patrimonio. Costruzioni in legno e/o adobe (mattoni di terra cruda), di uno o due piani, senza scalinate di accesso per simboleggiare il potere, ma tutto facilmente accessibile. Edifici che rendano conto di un'architettura che vuole rappresentare un Paese in via di sviluppo con la sua molteplicità di etnie. Alcune costruzioni in mezzo a boschi, altre in mezzo a luoghi semi desertici, questi luoghi possono avere quella varietà di ecosistemi come il Cile stesso ha...
Questo paragrafo il n°9 propone un “Cuneo” cittadino e amministrativo della città, della regione, del Paese, in rapporto stretto con la natura.
Scenario negativo - Non verrà messa in atto una pianificazione del territorio, quindi l'ambizione di una città e di un Paese in movimento.
Scenario positivo - Immaginare quartieri socialmente misti per una consapevolezza delle diversità del potere economico e della diversità del pensare (come nei centri storici italiani, dove i palazzi di una nobiltà ancora esistente condividono il quartiere con l'attività di commercianti e artigiani).
Oggi a Santiago i lavoratori devono viaggiare ore per arrivare ai loro posti di lavoro. Avvicinare l'abitazione al lavoro. La nuova Costituzione darebbe la possibilita di implementare una convivenza effettiva tra persone di ceto diverso, in modo tale da ripensare l'uso della cittá, non più organizzata in quartieri di ceti alti e ceti bassi. Ripensare quindi al trasporto urbano, ai mezzi pubblici, all'automobile, alle biciclette e alla pedonalità.
Meno viaggi, meno macchine, meno smog; delocalizzare le industrie inquinanti che lasciano Santiago sotto una nuvola che le due cordigliere intrappolano.
Progettare un treno ad alta velocità tra Santiago e Valparaíso con fermate intermedie, e treni di velocità intermedia, come una metropolitana regionale (come i treni che nella valle del Po, da Milano o Torino fino a Venezia che trasformano a mio parere, quella regione in una “megalopoli felicemente abitabile...”; ciò permetterà che più persone possano abitare il litorale e lavorare a distanza dal centro economico del Paese.
Progettare una nuova galleria sotto la Cordigliera delle Ande e un nuovo treno internazionale verso l’Argentina. (Si noti che questa tratta prima esisteva: era il treno “trasandino” che collegava Valparaíso con Mendoza in Argentina e così con Buenos Aires: nato nel 1910 come risposta alla decisione di costruire il canale di Panama, che aveva ridotto l’importanza dei porti cileni e argentini, sospeso negli anni '50, abbandonato definitivamente a vantaggio del trasporto merci su gomma). Oggi un sistema ferroviario rapido ed efficace è necessario.
Questa "megalopoli felicemente abitabile" deve prevedere il trasporto ferroviario internazionale che porterebbe energia nuova al Cile e al continente, unendo l’Atlantico al Pacifico.
Questo paragrafo n°10, vuole abbinare al “Cuneo” di trasporto regionale a uno continentale, attraverso un corridoio bi-oceanico.
Scenario negativo - Qualcosa si è pensato, ma rimane un'idea vaga...
Scenario positivo - Immaginare di poter raggiungere la cordigliera ed i centri sciistici in funivia, dalla città stessa (1). Poter salire sulla Cordigliera delle Ande, non solo per sciare, ma per inoltrarsi in essa attraverso lunghe ed avventurose escursioni... I primi passi per entrare nel “mare interno” sudamericano, trasformato in un enorme parco roccioso (2) del quale aver cura...
Un oceano navigato, che inviti a navigarlo, con imbarcazioni che permettano di prolungare verso il mare questo percorso tra Cordigliera delle Ande e l’Oceano Pacífico, andare oltre i limiti di questa nuova “megalópoli felicemente abitabile”. I primi passi per inoltrarsi nel “non pacifico oceano”, e poter creare così l’inizio di nuove generazioni di giovani che possano navigare verso un mare aperto, che anche non essendo un mare calmo, nuove tecnologie di imbarcazioni, potranno farlo navigabile (3). E così iniziare un rapporto tra Oceano e Continente che come abbiamo prima detto, renda ai paesi di questa America latina, paesi uniti in un continente che raggiunga ad essere “continentale”. con una rete di megalopoli, speriamo tutte felicemente abitabili..., che condividano la cultura, le comunicazioni, se non anche l’economia, la politica e il potere in generale.
Questo paragrafo n°11 vuole introdurre in America Latina un “Cuneo” che va dal “mare océano” al “mare interiore” del continente.
Scenario negativo - Ignorare il retaggio del passato.
Scenario positivo - Definire una nuova Costituzione (in un recente plebiscito, l’80% dei votanti ha deciso di cambiare la Costituzione che sostituerà dopo 40 anni quella che il governo militare) che potrà dare spazio ai popoli originari e aprire il terreno per una Santiago più incentrata sulla propria multietnicità. (1)
Riconoscerci come latini, che vuol dire riconoscere questo status a tutti i cittadini (siano essi nativi, meticci, neri, ecc.): la struttura propria dell'America Latina, ancora buia, ma densa e specifica, ha le radici nella tradizione di chi le diede forma di America, che furono proprio i latini, ossia gli eredi dell'Impero Romano. (2)
La nuova Costituzione politica dovrà tener in conto questa pluralità culturale, e nella sua formulazione, tenere in conto le rivendicazioni sociali e ambientali che la cittadinanza ha già esposto nell'enorme manifestazione di Santiago del 25 ottobre 2019. C’è anche un bisogno di ripensare il diritto costituzionale per tutelare forme di vita non umana, come lo sono gli animali e la natura, con il riconoscimento dei principi di pluralità e di diversità.
L’opportunità di cambiare la Costituzione è la “chiave” per avanzare un recupero dell'ambiente e pensare a una nuova relazione tra le persone, l’ambiente e l’economia (3).
Tenere significativamente in conto le prospettive dei popoli originari e la loro relazione con la natura (4).
Questo paragrafo n°12 vuole proporre un “Cuneo che ospita una pluralità culturale e rispetto e protezione agli animali e alla natura”.
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Scenario negativo - Non è dato un pensiero originale riguardo a come vivere la città e il Paese.
Scenario positivo - Immaginare che l’impronta del passato sia presente, come pensano oggi i popoli originari. I Mapuche non abitano in città (tranne quelli che si sono mescolati con i discendenti di spagnoli, meticci che non seguono più le abitudini dei loro antenati), per loro, i mapuche nativi, il presente si vive, ma è specchio del passato. Ciò che un mapuche fa quotidianamente, badare agli animali, coltivare la terra, non è lavoro: è la vita. (1)
Bisogna riscattare, dai popoli originali, il rispetto profondo per la natura, un patrimonio considerato nelle varie epoche: Paese indipendente, Paese coloniale, Paese indigeno e, ancor prima, quando l’Oceano inondava tutto...
Questo paragrafo n°13 vuol proporre un “Cuneo virtuale”, che dal passato guarda il presente e si proietta verso il futuro (unione di mondo indigena con mondo occidentale...)
Scenario negativo - Non si troverà una soluzione riguardo alla coabitazione di diverse classi sociali (anche se un municipio di Santiago ha avviato esperimenti in questo senso, come per altro da alcuni governi negli anni '70, prima della sospensione a opera della dittatura). Al giorno d'oggi, solo i quartieri benestanti, separati da quelli popolari, hanno parchi dove passeggiare, aree sportive e strade alberate.
Scenario positivo - Immaginare quartieri eterogenei sul piano sociale. Una diversa educazione nelle scuole potrà permette una maggiore uguaglianza sociale (1).
I governi hanno la possibilità di investire in un nuove modalità di costruire abitazioni sociali, che siano anche compatibili con l’ambiente (2). Papa Francesco incoraggia una transizione energetica radicale (3).
Parchi dove passeggiare, aree sportive e strade alberate, la cui costruzione potrebbero iniziare nella fase di preparazione dei Giochi Panamericani del 2023 di cui Santiago sarà sede (4). Costruzioni sportive che come a Lima in Perù (sede degli ultimi Giochi Panamericani) furono installate in luoghi molto poveri, in modo da rinnovarli e permettendone il riutilizzo da persone che economicamente non possono accedere a questi servizi, a manifestazione conclusa.
Una natura protagonista dell'abitare. Alcuni filosofi promulgano una nuova percezione del mondo (nell'avvaloramento dell'idea dell'Antropocene) (5), e che bisogna celebrare una relazione mistica con gli altri esseri che vivono con noi. I popoli originari hanno da insegnarci molto su questo tema, loro sono portatori di un “altro sapere”; il loro pensiero potrà aiutarci nell'identificare le cause della catastrofe ecologica oggi in corso (6).
Questo paragrafo n°14 vuol proporre un “Cuneo” di una città in coabitazione con altri esseri viventi (7).
Tutte queste considerazioni intorno a Santiago nella sua cornice continentale, potranno dare forma a una "Megalopoli dell’abitare felice", e cioè creare la città-regione del secolo XXI. Deviare il corso della storia passa da far sì che le periferie diventino centri. Le città sudamericane possono emanciparsi dall'idea di un tracciato a scacchi di origine coloniale, dove si ha sempre presente l’eredità militare del “Castrum”, senza perdere di vista il patrimonio ricevuto da preservare; è passato il tempo della conquista, della colonia e di un Paese che non deve dimostrare la sua “non identità” attraverso modelli estranei, ma riuscire a creare qualcosa di propio: Cunei di “Città - Regione” che costruiscono un “suolo aperto”, aperto ai cittadini, alla natura, agli animali (8).
A partire da interventi architettonici, grazie a questi “Cunei di città-regione” si potrebbe raggiungere lo status di una "megalopoli felicemente abitata", un "suolo aperto" che recuperi l'allegria di appartenere ad una nuova forma di città, esempio per il Paese e per tutta l'America Latina.
Tutte le illustrazioni, ad eccezione della foto di copertina, sono opere originali di Bruno Barla.
1.
(1) -“Amereida” (Poema epico, vari autori) (1967) www.ead.pucv/escuela/amereida
-“Eneida-Amereida” Godofredo Iommi 1981 (Taller de America PUCV)
-“La invención de América” Edmundo O’Gorman (1958).
(2) Si intende per America tutto il continente, quello nord con Canada, USA e Messico, e quello sud, chiamato America Latina.
(3) “Leyes de Indias” Promulgate dalla monarchia spagnola per regolare la vita sociale, politica ed economica dei territori coloniali nell’America del sud.
2.
(1) Chiamato così da Magellano, perché vide in esso nel 1520, acque calme... (una visione molto particolare di quello che realmente è, l'Oceano Non-Pacifico. Prima lo si chiamò Mare del Sud, perché Vasco Nuñez di Balboa lo localizzò al sud, venendo lui dal nord.)
(2) - Oggi patrimonio UNESCO per aver accolto nei suoi momenti di sviluppo una quantità importante di emigranti europei, che lasciarono le sue impronte nell’architettura della città.
- “Valparaíso: Una ciudad, su historia y su gente/Un itinerario de descubrimientos” (Edición Junta de Andalucía Sevilla 2005).
(3) APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation), riunisce il 45% della popolazione mondiale.
(4) “Cuenca del Pacífico; 4.000 años de contactos culturales” Jaime Errázuriz Zañartu Editorial Universidad Católica de Chile Santiago de Chile 2000.
(5) -“Misterios y poderíos de la flota pesquera china” (Le Monde Diplomatique [Chile] 223 pág. 20)
(6) - Para un punto de vista latinoamericano del Océano Pacífico Escuela de Arquitectura UCV (Revista de Estudios del Pacífico 1971)
- Conversaciones con Godofredo Iommi en la “Ciudad Abierta” a propósito del “Pacífico” (El Pacífico es un mar erótico…) 1978. (Taller de Investigaciones Gráficas PUCV 1984).
3.
(1) “Grande onda di Kanagawa” di Katsushika Hokusai, pittore giapponese (1760-1849)
(2) “Genius Loci: Towards a Phenomenology of Architecture”. Chistian Norberg-Schulz
(3) “La Araucana” di Alonso de Ercilla y Zuñiga (poesía épica della conquista del Cile Madrid 1574)
(4) -L'1% della popolazione concentra il 40% della ricchezza.
4.
(1) Cono Sud, è il “cono a punta”, del Continente; conformato dal Cile, Argentina, Uruguay, Paraguay e sud del Brasile.
(2) South America pacific plate / Pacific Plate
(3) Un terremoto devastò nello stesso anno (1906) San Francisco in California e Valparaíso nel Cile. Nel 1960 si registrò a Valdivia nel sud del Cile il terremoto più grande che ci sia stato nel mondo (9°).
(4) vedere nota (4) del paragrafo 5
5.
(1) -“Amereida”, eneide sudamericana (1967) www.ead.pucv/escuela/amereida
-“Eneida-Amereida” Godofredo Iommi (UCV1982)
(2) www.ead.pucv.cl
(3) -”La Ciudad Abierta, una architettura fatta in comune” Massimo Alfieri (Lib. Dedalo Roma 2000)
-“The Road that is not a Road” AM Pendleton-Jullian (Massachussets Inst of Tecnology 1996)
-“Alberto Cruz cooperativa amereida” Zodiac 8 (Milano 02-1983)
(4) “Para un punto de vista latinoamericano del Océano Pacífico” (Tesis del mar Interior y del propio norte PUCV 1970).
(5) “amereida-palladio carta a los arquitectos europeos” Alberto Cruz C - Bruno Barla H (Ed. Universitarias de Valparaíso 2004) www.ead.pucv.cl/libro/amereida-palladio.
6.
(1) “Geografía Humana de Chile” Gabriela Mistral, poetessa cilena, Premio Nobel di Poesia. (testo in prosa “Discurso en la Unión Panamericana Washington” aprile 1936.
7.
(1) Cultura Aconcagua che creò una raffinata ceramica rossa con tracciati in nero (trinacrio), che si possono ammirare oggi nel “Museo Precolombino de Arte Latinoamericano a Santiago del Chile” e altri musei regionali della zona di Santiago/Valparaíso.
(2) “Leyes de Indias” Promulgate dalla monarchia spagnola per regolare la vita sociale, polittica ed economica dei territori coloniali nell’America del sud.
(3) Valparaíso nasce come porto e non come città: per questo motivo non ha avuto questo tracciato e la sua forma à “disordinata”.
(4) “Wallmapu Ensayos sobre Plurinacionalidad y Nueva Constitución” (Pehuén Editores 2020
(5) -“El urbanismo en Chile, Conquista y Colonia” Jaime Garretón (Ediciones Universidad de Concepción 1997)
-“Studies in the colonial history of Spanish America” Mario Góngora (Cambridge University. Press 1975)
(6) -“Eneide” di Virgilio, ricordata da Amereida, eneide americana.
- tema sviluppato nel paragrafo 12.
8.
(1) Palazzo La Moneda 1802 costruito su progetto di Joaquin Toesca (Roma 1752 Santiago 1799)
(2) -Holderlin: pieno di meriti, ma poeticamente, l’uomo mora sulla terra.
-Heidegger: Solo la poesia in tutte le sue forme, fa l’esistenza umana fondamentale.
-Elicura Chihuailaf. Poeta mapuche (Premio nazionale di letteratura 2020, un contributo alla epistemologia indigena).
(3) “Chile o una loca geografía” Benjamín Subercaseaux Zañartu (Ediciones Ercilla Santiago de Chile 1940).
9.
(1) “Ciudad capital” Architetto Manuel Casanueva Carrasco PUCV (Progetto teorico di capitale sulla Cordigliera della Costa), vedere prologo alla Tesi di Titolo di Johnson A.A. 2004 PUCV.
(2) Qui c’è un lavoro importante da fare dall’ONU, una nuova ONU, che possa riorganizzare il mondo. Se l’ONU è nata dopo la guerra, questo è il momento di riorganizzarla dopo la "guerra" al Corona virus, lavoro molto difficile ma non impossibile. Un nuovo mondo è possibile.
10.
(1) Oggi sport di élite, dovrebbe diventare uno sport popolare data la enorme disponibilità di impianti sciistici.
(2) In questa parte della cordigliera che è molto alta (la montagna Aconcagua arriva ai 6.962 msnm) non ci sono alberi, bisognerà poter imparare ad apprezzare la bellezza di queste enormi rocce...
(3) Oggi non è facile viaggiare all’isola di Robinson Crusoe, anche se vicina, non essendoci molti collegamenti; lo stesso per l’isola di Rapa Nui (Pasqua) nel “Triangolo della Polinesia”.
11.
(1) “El día después” (Le Monde Diplomatique [Chile] 223 pág. 49)
(2) -L'Eneide di Virgilio, canto alla latinità, dove Enea è un emigrante in cerca di patria.
- “Eneida-Amereida” Godofredo Iommi 1981 (Taller de America PUCV)
(3) “La luz al final del camino para una recuperación verde” Le Monde Diplomatique [Chile] 223 (pág. 11
(4) “Democracia y justicia ambiental” (Le Monde Diplomatique [Chile] 223 pág. 10)
13.
(1) Revista chilena de literatura n°68 2006 “El discurso poético mapuche” (M García B Universidad de La Frontera).
14.
(1) “Scenari postpandemia. Arte. Architettura. Utopia” Marcello Sestito I Quaderno della collana EUTOPIA Timia edizioni 2020
Cap 1 (Bruno Barla “Quando il virus se ne andrà; una relazione utopica tra Virus, Vizi, e Virtú, verso la costruzione di un mondo migliore”).
(2) “La luz al final del camino para una recuperación verde” Le Monde Diplomatique [Chile] 223 (pág. 11
(3) La iglesia católica bajo el Papa Francisco, enmendó rumbos, en la encíclica “Laudati Si”. 2015. “Cada año desaparecen miles de especies vegetales y animales, por nuestra causa”. Un Chile verde es posible Le Monde Diplomatique [Chile] 223 (pág 9)
(4) Santiago 2023 “XIX Pan American Games (Giochi Panamericani, olimpiadi del America del Nord e del Sud) e VII Paralympic American Games” (parapan- paralympic games, che accompagnano sempre i giochi olimpici).
(5) -“Antropocene-Età degli umani”. La costruzione delle città, con le loro immense strutture di cemento vetro metallo, lasciano un'impronta visibile sulla terra e sono simbolo di accelerazione tecnologica.
-“¿Cómo avanzar hacia la protección de la naturaleza” ? Le Monde Diplomatique [Chile] 223 (pág. 14
(6) “El ambientalismo de los ricos” (Le Monde Diplomatique [Chile] 223 pág. 15
(7) -In alcuni paesi come la Nuova Zelanda la costituzione riconosce costituzionalmente il diritto di alcuni fiumi, dandogli uno status legale senza precedenti, ed equiparandoli alle persone.
- A Lima, nell’Universitá PUC, nel grande campus universitario convivono grandi piante, studenti, docenti e animali in libertà.
- Durante la quarentena dovuta alla pandemia di Covid-19, molti animali sono scesi dalla Cordigliera ed entrati in città: ritornavano ai loro territori di origine... Anche nel mare, addirittura nei porti, si sono avvistati dei delfini... Si potrebbe pensare a come prolungare questa convivenza.
(8) Alberto Cruz “Pensamiento de la Escuela de Arquitectura PUCV respecto a los terrenos del Valparaíso Sporting Club” 1980 (Taller de Ediciones y Proyectos de Investigación PUCV.)
Un Cile verde es posible 223 p9.