Supercalcolo Made in Italy - Singola | Storie di scenari e orizzonti
Un tecnico davanti al supercalcolatore Galileo..
Un tecnico davanti al supercalcolatore Galileo.. | Copyright: CINECA / Flickr

Supercalcolo Made in Italy

Abbiamo visto cosa si progetta al CINECA, il più grande centro di supercalcolo italiano e tra i più importanti a livello mondiale.

Un tecnico davanti al supercalcolatore Galileo.. | Copyright: CINECA / Flickr
Elena Resta

(1975) vive a Ravenna. È esperta di industria alimentare e si occupa di divulgazione e comunicazione.

L'istruzione italiana è stata recentemente costretta ad un'accelerazione nel confronto con la didattica online ed il digitale, evidenziando spesso come la scuola di primo e secondo grado siano ben distanti da un doveroso e non più rimandabile aggiornamento tecnologico. Un aspetto rilevante portato alla luce dalla difficoltà della scuola italiana nella didattica a distanza è stato l'assenza, di fatto, di un progetto comune di digitalizzazione. Considerando che ormai cinque anni fa è stato dato avvio al Piano nazionale Scuola Digitale, è stato evidente che, in realtà, le scuole non condividevano un piano comune ed ognuna aveva gestito (o non gestito) in autonomia il proprio progetto di aggiornamento tecnologico.

Se c'è una cosa che si evidenzia, anche in una crisi sanitaria come questa, è che nel ventunesimo secolo non possiamo permetterci l’ottusità di continuare a zoppicare sulla monogamba dell’individualismo. Abbiamo zoppicato fin troppo, nel ventesimo secolo, oggi si rende necessario incominciare a correre. Creare una buona rete di coordinamento e collaborazione dà luogo anche ad una buona res publica, quale la scuola dovrebbe essere.

Un esempio di cambio di prospettiva dall'individualismo alla solidarietà tra istituzioni è rappresentato dal CINECA. Alla fine degli anni '60, il mondo accademico italiano sentì la necessità impellente di investire in tecnologia per potere affrontare le sfide del prossimo futuro. Fu così che nel 1969 il Ministero della Pubblica Istruzione insieme ai Rettori delle Università di Bologna, Firenze, Padova e dal Rettore dell'Istituto Universitario di Economia e Commercio e di Lingue e Letteratura straniere di Venezia costituì il CINECA, un centro di supercalcolo, che ospitò il primo supercomputer italiano, progettato dal padre del supercomputing Seymour Cray. Eccellenza globale nel mondo digitale e dell'istruzione, le citate università e l'allora Ministero dell’istruzione, decisero di guardare il futuro e sovvertire le regole fino ad allora seguite per creare una rete, di fatto una struttura innovativa.  

Punto di riferimento mondiale per l’expertise in high performance computing, data analytics, ricerca e sviluppo nelle nuove tecnologie, CINECA è oggi un centro ricerca in cui lavorano oltre 900 persone (di cui 500 nella sede di Bologna) e con un tasso di laureati e di titoli post-laurea più elevato d'Italia. I servizi che offre sono forniti a tutte le università italiane, a molti ministeri ed a moltissimi centri di ricerca globali. 

Tra i suoi supercalcolatori, il computer di punta è MARCONI100 che, in virtù dei 50 milioni di miliardi di operazioni processabili al secondo, si posiziona quinto nel ranking dei supercomputer a livello globale. Il nuovo supercomputer si chiamerà LEONARDO e verrà attivato, presso il Tecnopolo di Bologna, nell'anno 20121. Con questo si prevede di raggiungere il podio, in virtù di una capacità di calcolo di 200 milioni di miliardi al secondo.

È proprio di questi giorni la notizia che il supercomputer MARCONI100 è stato in grado di analizzare, in tempi record, una library di oltre 500 miliardi di molecole farmacologiche per identificare una molecola centrale per la lotta contro il COVID. La comunità Europea, a marzo di quest'anno, ha aperto una piattaforma con CINECA ed altri partner privati al fine di combattere l’epidemia ancora in corso.

La comunità Europea, a marzo di quest'anno, ha aperto una piattaforma con CINECA al fine di combattere l’epidemia di COVID-19. Sottoposta a MARCONI100 una libreria di oltre 500 miliardi di molecole farmacologiche, si sono testate virtualmente le molecole farmaceutiche più efficaci a inibire il virus. Il direttore del CINECA, David Vannozzi, intervistato durante il Web Marketing Festival di Rimini di sabato 6 giugno, ha dichiarato che “In un solo mese sono state individuate 50 molecole che hanno attività inibente il virus, gli studi in vitro sono già stati condotti ed hanno portato già ad una potenziale molecola che a breve verrà sottoposta a studi in vivo”. 

La molecola in questione è il Raloxifene. Si tratta di un farmaco conosciuto, approvato (e commercializzato) in Europa per la cura dell’osteoporosi. Il consorzio europeo “Exscalate4CoV”, che ne sta valutando la potenzialità terapeutica contro Sars-CoV-2, ha ribrevettato il farmaco per la nuova indicazione ed è pronto a produrlo in quantità massicce. I ricercatori hanno dichiarato che, se gli studi in vivo daranno buon risutati, il Raloxifene potrà rappresentare una risorsa importante alla lotta contro il COVID-19. Infatti tale farmaco è caratterizzato da elevata tollerabilità, comprovata sicurezza e da un profilo tossicologico altamente consolidato. 

CINECA è anche partner del Centro Meteo Europeo. Questo, che come conseguenza della Brexit, sta lasciando l'Inghilterra per trasferirsi proprio a Bologna, ha aperto uno studio per risolvere l’impattante problema di dispersione di Energia in fase di raffreddamento dei macchinari industriali con l'obiettivo, nei prossimi 10 anni, di riuscire a sviluppare macchine con una dispersione in fase di raffreddamento quasi nulla. CINECA collabora con tutte le ricerche più innovative sia pubbliche che private proprio in virtù del grande investimento fatto nel mondo delle tecnologie quando queste si stavano affacciando alla nostra realtà.

L’esperienza di eccellenza del CINECA evidenzia come un'economia di esperienza, di condivisione, di investimento visionario ma coordinato e comune possono creare valore. Potrà essere di grande aiuto per guidare un sovvertimento del sistema d'istruzione italiano primario e secondario al fine di potere adeguare l’offerta formativa alle reali esigenze del nostro paese e delle sfide che i suoi cittadini sono chiamati ad intraprendere sin dai giorni correnti. Per dare fiducia, nel nostro paese, nelle proprie competenze e nelle opportunità per i propri cittadini.

[Questo articolo è parte di una serie di articoli sulle carenze e le eccellenze del sistema formativo e di ricerca in Italia - vedi anche: La scuola italiana: meno polvere, più pixel]

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Questo articolo è parte della serie:  Sapere futuro
Italia - 2020
Tecnologia
Elena Resta

(1975) vive a Ravenna. È esperta di industria alimentare e si occupa di divulgazione e comunicazione.

Pubblicato:
20-06-2020
Ultima modifica:
16-06-2021
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