Un dialogo su ecologia ed editoria con l’Amministratore Delegato di Aboca e fondatore di Aboca Edizioni.
Singola - Come nasce la vostra casa editrice e con quali presupposti?
Massimo Mercati - La casa editrice è nata nel 2012, come ramo del gruppo Aboca. La nostra azienda, fondata da mio padre nel 1978, si occupa di ricercare in natura soluzioni utili ed efficaci per la cura dell'uomo. Per noi ricercare vuol dire in primis proiettare le sostanze vegetali dal mondo della tradizione a quello dell’innovazione, e lo facciamo attraverso laboratori di biologia dei sistemi, analisi metabolomica, ricerca clinica. Ma è importante anche la ricerca agricola, quella botanica, quella storica. Anche l'editoria per noi è un modo di fare ricerca e di condividere conoscenza.
SNG - Siete attivi da una decina d’anni. Potreste raccontarci le tappe del vostro percorso, in che modo avete strutturato la vostra linea editoriale per rispondere alle esigenze del pubblico?
MM - Quando la casa editrice è nata, abbiamo iniziato a pubblicare riproduzioni anastatiche e fac-similiari di antichi erbari e testi di pregio, per condividere l'importanza di opere antiche e favorirne la riscoperta. Poi abbiamo integrato con pubblicazioni dedicate alla salute, alla storia della cura nei secoli, alla botanica. Il percorso si è poi evoluto, la nostra linea editoriale si è ampliata e delineata con più compiutezza, abbiamo rafforzato la distribuzione e la presenza in libreria. Ma in estrema sintesi possiamo dire che da sempre ci occupiamo di indagare in profondità il rapporto tra uomo e ambiente, di studiare la complessità della natura.
L’obiettivo è quello di far emergere una nuova visione culturale, e portare al grande pubblico temi-cardine come la ricerca del bene comune, la sostenibilità, la salute dell’uomo e del pianeta. Ecologia, salute, scienza, storia, filosofia: in un’epoca storica contraddistinta dalla necessità di sviluppare un vero pensiero ecologico, la nostra linea editoriale è quella dell’approfondimento di qualità grazie alle opere di scienziati, narratori e grandi pensatori contemporanei, capaci di offrire una visione lucida del presente, dei cambiamenti in atto e delle prospettive future.
In particolare, la serie di saggi “Human Ecology” va in questa direzione, portando in libreria titoli di altissimo spessore scientifico, capaci al contempo di parlare al grande pubblico; oppure la serie “International Lectures”, pamphlet agili e densi; o ancora proposte di manualistica e varia divulgativa. La collana di narrativa “Il bosco degli scrittori”, in cui grandi autori italiani sono chiamati a raccontare storie a partire dal mondo vegetale. Infine, abbiamo in catalogo titoli dedicati alle grandi tematiche della salute, opere di medici, ricercatori e divulgatori scientifici. Fedeli alle nostre origini, proponiamo anche testi di botanica e opere storiche di pregio.
SNG - Tra i vostri autori troviamo gente del calibro di Fritjof Capra e Antonio Moresco. Come selezionati i vostri autori, con quali criteri?
MM - La direzione editoriale di Aboca Edizioni da alcuni anni è curata da Antonio Riccardi, figura di straordinaria competenza ed esperienza all'interno dell'editoria italiana. A lui è affidato il lavoro di selezione e di scouting, il contatto con gli autori e la scelta dei testi. In alcuni casi si tratta di opere uscite all'estero e proposte per la prima volta al pubblico italiano (penso, tra gli ultimi, a L'arte di respirare di James Nestor, un best-seller USA che siamo riusciti ad aggiudicarci; o il saggio di Jane Fonda, Salviamo il nostro futuro). In alcuni casi con gli autori si innesca un dialogo profondo, un'amicizia e una stima che prescinde dal lavoro editoriale e che poi trova forma nei libri. Alcuni, come Fritjof Capra ad esempio, sono legati a noi da un rapporto fatto di contaminazione reciproca di pensiero, da una condivisione di intenti. In altri casi ancora, ad esempio con i narratori e le narratrici del Bosco degli scrittori, abituati a pubblicare con grandi editori, inizialmente siamo stati visti con curiosità. Spesso non c'era una vera e propria relazione di conoscenza, ma sento di poter dire che in corso d'opera sono nati dei rapporti saldi, pur nella differenza di sensibilità ciascun autore ha arricchito il nostro catalogo con un punto di vista originale e approfondito.
SNG - Le opere del Bosco degli scrittori partono tutte da un centro: l'albero. Potete dirci di più su questa idea?
MM - Da sempre le piante esercitano una profondissima fascinazione sull’attività creativa degli scrittori. Con poche eccezioni, si potrebbe dire che ognuno di loro abbia legato a un albero, reale o immaginario, una parte spesso rilevante della sua opera. Anzi, secondo alcuni scrittori di oggi è solo guardando all’intelligenza del mondo vegetale, alle sue straordinarie qualità sistemiche, che il genere umano potrà comprendere come il rispetto della natura altro non sia che il rispetto verso sé stessi.
I princìpi che sono alla base dell’attività editoriale di Aboca ci portano a raccogliere tale suggestione con molta convinzione. Questa serie di libri consente ad alcuni tra gli scrittori più interessanti e consapevoli del nostro panorama letterario di raccontare il mondo, il loro e il nostro, proprio a partire da un albero. La nostra collana di narrativa festeggia questa estate i due anni di età ed ha superato i 10 titoli. Per noi è stata una scommessa importante che ci sta dando grandi soddisfazioni. Ogni autore ha raccolto la sfida in modo molto diverso, seguendo intuizioni e soluzioni originali. Ogni romanzo del bosco degli scrittori è una sorpresa e allo stesso tempo una garanzia.
SNG - Avete registrato delle differenze, nella ricezione e nelle risposte del pubblico di oggi rispetto a quando siete partiti?
MM - Notiamo senz'altro che è mutata e si è evoluta la consapevolezza nei confronti dei temi che proponiamo. Argomenti che dieci anni fa erano riservati a una nicchia – in primis l'ecologia – sono diventati mainstream. Il successo mediatico di certe tematiche, che da un lato evidenzia anche il carattere di urgenza di determinate istanze, dà spesso adito a fenomeni di moda, se non di green-washing. La narrazione ambientale oggi è vincente, la natura per molti è un filone da cavalcare. Per noi, che su certi temi lavoriamo con coerenza da più di quaranta anni, è invece un'occasione per offrire una visione approfondita e credibile, sia che lo si faccia con un saggio scientifico, sia che lo si faccia con un manuale pensato per il grande pubblico, sia che il tema venga affrontato attraverso la sensibilità specifica di un romanziere.
Nella collana Human Ecology, ad esempio, proponiamo testi di economisti che offrono visioni alternative al capitalismo e al neoliberismo. Fino a pochi anni fa si sarebbe trattato di voci isolate e inascoltate, oggi il terreno è più pronto, le nuove idee si stanno radicando. Nel nostro catalogo ci sono autori come Christian Felber, fondatore del movimento Economia del Bene Comune, o John Elkington, economista e imprenditore ideatore del concetto di "Triple bottom line", Stefano Bartolini con il concetto di "Economia della felicità", o ancora Stefano Zamagni, tra i massimi portavoce in Italia dell'Economia Civile.
MM - La nostra storia ci spinge ad adottare una visione sistemica. Siamo fortemente convinti, a livello ideale ma anche scientifico, che i sistemi viventi siano profondamente interconnessi, e che l'uomo non possa sentirsi al di sopra della natura. L'uomo ne è parte, e questo vale anche a livello sanitario.
Moltissimi farmaci di sintesi, specialmente quelli salvavita, hanno un ruolo fondamentale. Aboca, è bene chiarirlo, non è contraria al farmaco: anche noi operiamo nell'alveo della medicina allopatica, i nostri prodotti naturali sono basati sull'evidenza scientifica, non facciamo "medicina alternativa". Premesso ciò, oggi dobbiamo ammettere ci siamo spesso nutriti e curati a sproposito con sostanze chimiche non biodegradabili, e questo è un tema importante su cui riflettere sempre più. Pensiamo ad esempio al problema del bio-accumulo, per cui alcuni residui chimici provenienti dalla degradazione dei farmaci sono onnipresenti dalle acque di mari e fiumi, nel suolo, e arriva fino alle creature che se ne nutrono. Tutto questo porta tali sostanze a rientrare nella catena alimentare umana e a generare dei danni all'ambiente e alla salute: con Antropocene non dobbiamo pensare soltanto a isole di rifiuti, incendi e disastri climatici, ma a molte altre sfide che ci attendono con urgenza, di cui parliamo meno e che riguardano la nostra salute. L'industria farmaceutica, rivela uno studio dell'università canadese McMaster, a livello globale emette più gas serra di quella automobilistica.
Come Aboca e come Aboca Edizioni su questi temi vogliamo portare conoscenza. Oltre al libro di Pievani e Varotto, in queste settimane arriva in libreria un altro testo importante, che si intitola Nati con la camicia… di plastica. Lo ha scritto il dott. Antonio Ragusa, direttore di ostetricia e ginecologia del Fatebenefratelli di Roma, autore dello studio che per la prima volta ha rilevato tracce di microplastiche nelle placente umane. È un testo illuminante che ci mostra che l'Antropocene, in un certo senso, è ormai dentro di noi, fin dalla nascita.
Pensiamo che sia necessario tornare alla natura. Che non vuol dire tornare al passato, ma guardare alle relazioni tra noi e il mondo con un'altra consapevolezza.
SNG - La vostra azienda è presente in diversi paesi d’Europa. Esiste una qualche specificità o singolarità dell’Italia all’interno del settore dell’healthcare?
MM - La nostra azienda è presente in 18 paesi. È uno scenario in evoluzione costante, in alcuni mercati siamo leader, in altri ci stiamo rafforzando. Senza entrare in tecnicismi, possiamo dire che in alcuni paesi ci sono differenze – date da particolari tradizioni o sensibiltà – ma che in via generale è alta la domanda di prodotti efficaci e sostenibili. In particolare, per moltissime patologie comuni sempre più persone scelgono prodotti naturali validati scientificamente, perché hanno un rapporto rischio-beneficio basso e ne viene riconosciuto il valore aggiunto.
Il percorso culturale dell'azienda per varie ragioni è al momento consolidato soltanto in Italia. In tutti i paesi in cui siamo presenti facciamo attività di divulgazione per diffondere i nostri valori e i temi in cui crediamo, ma attività come mostre, eventi, festival e la casa editrice attualmente sono sviluppati principalmente in Italia.
Lo scorso anno ho pubblicato un saggio intitolato L'impresa come sistema vivente. È un testo nato da un corso di formazione che teniamo all'interno dell'azienda, e lì ho voluto ripercorrere il nostro senso di fare impresa, cercando di applicare le regole della natura al mondo dell'impresa. Quel che sappiamo è che una crescita infinita in un sistema finito non è possibile; che un'economia predatoria in cui il profitto prescinde dalla comunità e dall'ambiente non è sostenibile. Aboca è una Società Benefit, una forma di impresa che l'Italia a livello europeo ha introdotto per prima nel proprio ordinamento. Significa che nel nostro statuto sono specificati degli obiettivi di Bene Comune, e che siamo tenuti a perseguirli di pari passo con l'utile economico. Siamo anche B Corp, un'attestazione internazionale che certifica in modo trasparente il nostro impatto sulla società e sull'ambiente. Questi temi, a prescindere dalla casa editrice, li promuoviamo ad ogni livello, verso i nostri collaboratori e verso coloro che acquistano i nostri prodotti, in ogni Paese.
SNG - Quali obiettivi vi ponete, come casa editrice, per i prossimi anni?
MM - Senza dubbio negli ultimi due anni la qualità del nostro catalogo e le attenzioni dei lettori, della critica e degli addetti ai lavori stanno confermando la bontà del nostro lavoro. L'obiettivo è quello di crescere, rafforzare la nostra distribuzione e la nostra presenza in libreria. Già oggi "Aboca edizioni" è una garanzia di qualità, vogliamo essere sempre più un punto di riferimento nel mercato editoriale. Per noi l'editoria è un modo di fare ricerca ma anche un modo di costruire una comunità e condividere conoscenza. Vogliamo innescare dibattito, suscitare curiosità e consapevolezza. Confidiamo di poter continuare a farlo con forza sempre maggiore.
è amministratore Delegato di Aboca e fondatore di Aboca Edizioni.